Archivio mensile:settembre 2016

Padova: Federico Bano presenta Zandomeneghi a Palazzo Zabarella dal 30 settembre 2016

zandomeneghi-padova-zabarellaFederico Bano
Presidente della Fondazione Bano ha il piacere di invitarLa alla preview riservata alla stampa della mostra
L’IMPRESSIONISMO DI ZANDOMENEGHI
VENERDÌ 30 SETTEMBRE 2016, ORE 12.00
Padova, Palazzo Zabarella (via degli Zabarella 14)
Interverranno: Francesca Dini e Fernando Mazzocca | Curatori della mostra
100 opere ricostruiscono la vicenda artistica di un protagonista di una stagione straordinaria della pittura italiana ed europea dell’Ottocento, a cento anni dalla sua scomparsa.
Pittore della vita moderna, Federico Zandomeneghi (Venezia 1841 – Parigi 1917) è stato sulla scintillante scena parigina tra ‘800 e ‘900 il cantore della donna emancipata, rappresentata nei vari momenti della quotidianità, dal rito della toilette alla passeggiate al Bois, dalla lettura alle serate mondane a teatro.

I DRONI PORTERANNO LE BOLLICINE A PARIGI!

Farra di Soligo, località Collagu
Farra di Soligo, località Collagu

L’OCCHIO DAL CIELO PER LA CANDIDATURA DELLE COLLINE DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE A PATRIMONIO UNESCO
Presentato alla stampa il protocollo d’intesa tra i 28 Comuni sottoscrittori.
Si è tenuta una conferenza stampa nella sede della Regione del Veneto sull’intesa dei ventotto Comuni coinvolti per la candidatura delle Colline del Prosecco Superiore nella Lista del Patrimonio Universale dell’Umanità, riconoscimento assegnato dall’UNESCO. Sono le Terre delle colline di Conegliano e Valdobbiadene.
Si tratta di un laborioso iter burocratico che ha iniziato all’inizio del 2000 che è giunto alle tappe conclusive, come ha spiegato Ottavio Di Bella, responsabile del dossier, in quanto entro il 2018 si dovrebbe concretizzare la prestigiosa assegnazione del Logo Unesco, aggiungendosi ad altri prestigiosissimi luoghi di questa Regione (la prima in Italia per numero di siti Unesco).
“É un riconoscimento solenne alla capacità dell’uomo di saper cogliere l’essenza di un territorio e alla caparbietà di aiutarlo ad esprimere prodotti di straordinaria eccellenza, agendo anche in situazioni estreme, all’apparenza impossibili, pur di liberare le potenzialità nascoste, e quindi inespresse, dei luoghi” – ha introdotto Innocente Nardi, presidente ATS. “É un riconoscimento all’amore quotidiano per una terra e un ambiente unici per storia, tradizione e bellezza. Valori insiti in queste colline ma che l’intuizione ed il lavoro di generazioni di uomini hanno fatto emergere, svelandole”.
cimg0009Le riprese volanti dei droni. Il presidente Zaia ha così commentato: “La candidatura delle colline del Prosecco a ‘Patrimonio dell’Umanità’ è la candidatura di un territorio che racchiude la storia, la cultura e l’identità di un’intera regione. Plasmate nei secoli dalla ‘fatica eroica’ dei viticoltori, le colline dell’Alta Marca sono la culla e il simbolo stesso del lavoro dei veneti. Le immagini che avete visto nel videoclip proiettato, grazie anche alle riprese dei droni, si percepisce tutta la straordinarietà di un paesaggio rurale, scandito da terrazzi, filari, borghi e casolari, che parla dell’intimo legame tra generosità della terra e lavoro sapiente dell’uomo. É proprio per questa unicità – che si eleva a simbolo stesso del rapporto tra uomo e ambiente, tra natura e cultura – che la Regione Veneto ha deciso di candidare le colline del Prosecco a patrimonio dell’umanità, tutelato dall’Unesco. Insieme al Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore Docg, alla Provincia e alla Camera di commercio di Treviso e all’Intesa programmatica tra i 30 comuni dell’Alta Marca, la Regione Veneto ha costruito un percorso che – mi auguro – porti presto all’ambito riconoscimento.”
ang-miatelloLe prossime tappe: saranno i Ministeri per i Beni Culturali e agli Affari Esteri ad ufficializzare all’UNESCO la proposta. A Parigi, sede dell’Organizzazione, la Candidatura delle Terre del Prosecco Superiore sarà sottoposta al vaglio tecnico. É tra l’altro, previsto un sopralluogo di una équipe di esperti che giudicheranno la congruità della richiesta. La conclusione dell’iter, nel migliore dei casi, richiederà almeno tre anni, un tempo indubbiamente notevole ma necessario per giungere alla valutazione richiesta dall’importante provvedimento. Dunque un lavoro certosino che non sarà solo buroctaico, nel senso pieno della parola e tanto ostile ai Veneti, ma “politico-culturale” come ha ripetuto più volte il governatore Zaia, perché sarà “un lavoro di squadra”, tutti per uno uno per tutti, “in quanto non solo i ventotto comuni sono interessati nelle loro terre ma l’intera Regione dovrà sentirsi coinvolta nella partita”. Il Veneto è la Prima Regione d’Italia per produzione di vino: con circa 83.698.000 bottiglie prodotte, di cui Conegliano Valdobiaddene Prosecco Superiore 76.694.000, Superiore di Cartizze 1.366.000, di Rive 1.730.000, anno 2015.
Le belle immagini viste dall’alto. Il rapporto tra uomo e natura viene colto in questo lembo della Marca che è solcato dal Piave. L’uomo ha modellato nei secoli il terreno collinare, trasformando una terra marginale in una miriade di vigneti e tanti borghi rurali, costellato da pievi, castelli e ville rinascimentali, che è diventato icona del paesaggio del Rinascimento, grazie ai grandi maestri della pittura veneta: Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Giorgione e Tiziano, e della letteratura: Bembo, Ruzante, Zanzotto, Comisso, e dell’architettura: il Palladio.
Le caratteristiche naturali dell’ambiente si sono sposate con pratiche agricole che risalgono al tempo degli antichi Romani, affinate poi dall’opera dei monaci benedettini. Grazie ad una imprenditoria diffusa, a base familiare, si è sviluppata una viticoltura sapiente ed ‘eroica’, che ha plasmato ‘rive’ e declivi a terrazzo, ha governato i boschi nelle parti più impervie plasmando una ‘isola paesaggistica’ non toccata dagli assalti dell’urbanizzazione.
Le colline della ‘glera’ del Prosecco raccontano di agricoltura ‘adattiva’ e sostenibile, fedele alle proprie tradizioni, capace addirittura di replicarsi in paesi lontani, ad opera dei tanti emigranti trevigiani che, tra fine Ottocento e i primi del Novecento, abbandonarono le colline del Piave, ‘trapiantando’ in America e in Oceania una pratica agricola e un paesaggio sociale.
“Chiedere la tutela Unesco su questo habitat “ – precisa il governatore Zaia – “significa proteggere un microcosmo sociale che ha saputo rimanere fedele alla propria vocazione di ‘terra eletta del vino’ e creare, nei secoli, un prodotto oggi conosciuto e apprezzato in tutto il mondo”. (A.M.)

Venezia, Ca’ Pesaro: CULTURE CHANEL. La donna che legge

coco-chanelÈ a Venezia, uno dei principali luoghi d’ispirazione di Gabrielle Chanel, che il pubblico scoprirà per la prima volta la sua biblioteca. Attorno a questo nucleo centrale, ruota la mostra che mette in relazione Chanel con i libri e la scrittura, in particolare quella poetica, che trova degli echi nella concezione della sua creazione. Dal 17 settembre 2016 all’8 gennaio 2017, la Fondazione Musei Civici di Venezia ospita a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, la mostra “CULTURE CHANEL, La donna che legge”.
La mostra, a cura di Jean-Louis Froment con la collaborazione di Gabriella Belli, è realizzata con il sostegno della Maison.
Dediche, archivi, fotografi e, quadri, disegni, si mescolano con un vestiario di creazioni di moda che svelano, al pari di una biblioteca, il vocabolario estetico di Gabrielle Chanel, il suo gusto per il classicismo e per il barocco, l’amore per la Russia e per gli ori di Venezia. Oggetti d’arte provenienti dal suo appartamento parigino saranno esposti per la prima volta, insieme a gioielli e a profumi. In totale, circa 350 pezzi, da considerare come elementi che delineano il ritratto intimo di una creatrice, mostrata attraverso le sue letture, che ha saputo fare della propria vita una leggenda.
Il progetto è stato ideato ed elaborato da Jean-Louis Froment, che ne cura la direzione artistica. Si affronta la storia singolare di Gabrielle Chanel e della Maison che attraversa il XX secolo, e continua ancor oggi a scrivere la storia della modernità, trae gran parte della sua forza dall’essere radicato nella cultura del proprio tempo.
I rapporti che Mademoiselle Chanel ha coltivato per tutta la vita con alcuni tra i più grandi creatori della sua epoca sono determinanti. Amicizie, conversazioni, scambi hanno nutrito la sua riflessione e le sue creazioni. Così, ogni nuova mostra illumina da una prospettiva inedita ciò che costituisce le basi di un linguaggio diventato universale. È questo vocabolario formale che ha forgiato lo stile Chanel, una identità singolare, sviluppata e costantemente arricchita attraverso i suoi principi costitutivi.
Dalla solitudine degli anni trascorsi nell’orfanotrofio di Aubazine, fino alla fine dei suoi giorni, i libri e i loro autori guidano la traiettoria di Gabrielle Chanel, nutrono il suo immaginario, rispondono al suo bisogno di una ricerca mistica dell’invisibile e, soprattutto, le mostrano come iscrivere nel tempo la propria visione del mondo.
Questo dialogo attraverso le epoche, che va dall’Antichità fino ai contemporanei, è costellato in particolare di riferimenti alle opere di Omero, Platone, Virgilio, Sofocle, Lucrezio, Dante, Montaigne, Cervantes, Madame de Sévigné, Stéphane Mallarmé, ed entra in risonanza con gli autori che lei ha frequentato e apprezzato, come lo stesso Pierre Reverdy, Max Jacob o Jean Cocteau.
Questa diversità le permette di trovare nella sua scrittura – quella della moda – una modernità che sfida la propria temporalità e si proietta ben oltre.
La mostra è già stata ospitata a Mosca nel 2007 (Museo Statale delle Belle Arti Puškin), Shanghai (Museum of Contemporary Art) e Pechino (National Art Museum of China) nel 2011, Canton (Opera House) e Parigi (Palais de Tokyo) nel 2013, Seul (Dongdaemun Design Plaza) nel 2014.

CULTURE CHANEL
La donna che legge
Venezia, Ca’ Pesaro,
Galleria Internazionale d’Arte Moderna
17 settembre 2016 – 8 gennaio 2017

La collezione Ligabue al Museo Civico di Rovereto

Il mondo che non c'era - arte precolombiana

Arriva al Museo Civico di Rovereto, dopo il successo di Firenze, la grande mostra promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue  “Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue”.
Vita, costumi e cosmogonie delle culture Meso e Sudamericane prima di Cristoforo Colombo,
raccontati attraverso circa 200 opere d’arte. Dagli Olmechi ai Maya, dagli Aztechi ai Tairona. Dalla cultura Chavin, Tiahuanaco e Moche, fino agli Inca.

Inaugurazione il prossimo 1 ottobre. La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio 2017.

 

Yemen, le responsabilità dell’Italia

http://www.giornalesentire.it/article/yemen-emirati-arabi-arabia-saudita-amnesty.html

Dopo aver ottenuto la conferma che l’ospedale sostenuto da Medici senza frontiere ad Abs, attaccato il 15 agosto, fu colpito da una bomba made in Usa, Amnesty International ha nuovamente sollecitato gli stati della comunità internazionale – compresi gli Usa, il Regno Unito e l’Italia – a sospendere l’invio di armi che potrebbero essere usate nel conflitto in corso nello Yemen. L’attacco causò 11 morti e 19 feriti. Tra le vittime venne ritrovato l’autista dell’ambulanza, Ayman Issa Bakri, che teneva ancora tra le mani il corpo della donna che stava trasferendo dal mezzo di soccorso all’interno dell’ospedale.
“Gli attacchi deliberati contro ospedali e altri centri medici costituiscono gravi violazioni delle leggi di guerra e non possono mai essere giustificati. Queste strutture sono protette in modo specifico dal diritto internazionale umanitario e dovrebbero essere luoghi sicuri di cura e di ricovero” afferma Philip Luther, direttore per la ricerca e l’advocacy su Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Nel novembre 2015 il dipartimento di Stato Usa ha autorizzato il trasferimento all’Arabia Saudita di armi, tra cui bombe, per un valore di 1,29 miliardi di dollari. Questa settimana il Senato Usa dovrebbe votare una proposta di legge che bloccherebbe una nuova fornitura di armi all’Arabia Saudita, per un valore di 1,15 miliardi di dollari, approvata dall’amministrazione Obama ad agosto. Dal canto loro, 64 deputati hanno già sollecitato il presidente Obama a rinviare la fornitura in modo che il Congresso possa discutere approfonditamente la questione.
Dall’Italia, nel 2015 e anche nel 2016, sono partite tonnellate di bombe verso le forze armate saudite. Amnesty International Italia, la Rete italiana per il disarmo e l’Osservatorio permanente di Brescia sulle armi leggere hanno ripetutamente chiesto al governo la cessazione di quelle forniture.
Silenzio totale – sulla stampa italiana – sulla natura e l’origine delle bombe che colpiscono lo Yemen e che vengono sganciate dall’Arabia Saudita. Da dove arrivano? Ve lo diciamo in questa pagina.

< foto La fabbrica di Domusnovas in Sardegna (@LanuovaSardegna)

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L’ITALIA INVIA BOMBE all’ARABIA (e nessuno ne parla)

Amnesty International ha chiesto agli stati (tra cui Usa, Regno Unito e Italia) di interrompere tutti i trasferimenti di armi destinate a essere usate nello Yemen, in modo che non si alimentino ulteriormente le gravi violazioni dei diritti umani che hanno finora avuto conseguenze devastanti per la popolazione civile.Nell’ultimo anno, oltre 3000 civili – tra cui 700 bambini – sono stati uccisi e almeno due milioni e mezzo di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Almeno l’83 per cento della popolazione ha disperato bisogno di aiuti umanitari.
Nel mese di novembre era stata portata a termine una nuova spedizione da Cagliari di bombe prodotte negli stabilimenti della RWM Italia di Domusnovas, in Sardegna, con destinazione Arabia Saudita. Si è trattato della terza consegna di ordigni militari del 2015. In un’intervista, queste spedizioni sono state definite dal ministro della Difesa Pinotti “regolari e nel rispetto della legge”.
Già nel settembre 2015 l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Difesa e Sicurezza (OPAL) di Brescia, Amnesty International Italia e la Rete Italiana per il Disarmo (RID) chiedevano al Governo Renzi di fermare l’invio di bombe e sistemi militari italiani ai paesi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita (con l’appoggio di altri Paesi sunniti della regione).
Il 25 febbraio il Parlamento europeo ha chiesto all’Unione europea d’imporre un embargo nei confronti dell’Arabia Saudita. Il 15 marzo il parlamento olandese ha chiesto al governo di porre fine ai trasferimenti di armi all’Arabia Saudita. In assenza di un embargo decretato dal Consiglio di sicurezza, Amnesty International chiede a tutti gli stati di assicurare che nessuna parte coinvolta nel conflitto dello Yemen riceva, direttamente o indirettamente, armi, munizioni, equipaggiamento o tecnologia militare che potrebbero essere usati nel conflitto. Tale assicurazione deve comprendere anche il sostegno logistico e finanziario a tali trasferimenti.
Dall’inizio del conflitto, Amnesty International ha documentato almeno 32 attacchi aerei da parte della coalizione diretta dall’Arabia Saudita che paiono aver violato il diritto internazionale umanitario. Questi attacchi, in cui sono stati uccisi almeno 361 civili tra cui almeno 127 bambini, hanno colpito ospedali, scuole, mercati e moschee e possono aver costituito crimini di guerra. Il conflitto ha dato luogo a un disastro in cui gran parte della popolazione civile yemenita si è trovata a dipendere dagli aiuti a causa della drammatica scarsità di cibo, acqua potabile e medicinali. La crisi è stata esacerbata, nelle zone controllate dalle forze huthi, da un parziale blocco aereo e navale che ha gravemente limitato l’importazione e la fornitura di carburante e altri beni essenziali.
22 marzo 2016
< Le armi sono italiane (leggi il reportage di LA NUOVA SARDEGNA)
– See more at: http://www.giornalesentire.it/article/yemen-emirati-arabi-arabia-saudita-amnesty.html#sthash.cU5klpOu.dpuf

Aperitivi fotografici per studenti Ca’ Foscari e Iuav ai Tre Oci con la cantina Bisol a soli sei euro

aperitivo-fotografico_29-09-2016Giovedì 29 settembre alle ore 19.30, in occasione della settimana della cultura sull’isola della Giudecca, giunta ormai alla 35° edizione, tornano gli aperitivi fotografici (rigorosamente su prenotazione) offerti grazie alla preziosa collaborazione con la cantina Bisol –  dalla Casa dei Tre Oci di Venezia, che ospita fino all’8 gennaio le rassegne “Utopia” di René Burri e “Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo” di Ferdinando Scianna.
L’evento è gratuito, compreso nel prezzo del biglietto d’ingresso (12 o 10 euro); per gli studenti delle università veneziane Ca’ Foscari e Iuav l’accesso alle mostre (e l’aperitivo) costa solo 6 euro, grazie alla convenzione stipulata recentemente tra lo spazio giudecchino e le due prestigiose istituzioni.
Questa iniziativa rivolta agli iscritti di Ca’ Foscari e Iuav – afferma il direttore artistico di Casa Tre Oci Denis Curti – che prevede la riduzione del 50% sul costo del biglietto è frutto di un rapporto di cooperazione e confronto con le due università al fine di coinvolgere un pubblico sempre più giovane e avvicinarlo ai nostri progetti e alla nostra esperienza. Con l’intensificarsi delle collaborazioni con le università veneziane, la Casa dei Tre Oci fa proprie le linee di indirizzo della Fondazione di Venezia, che è partner attiva di Ca’ Foscari e Iuav e con queste lavora per sviluppare sinergie e progetti per il territorio. Gli aperitivi fotografici s’inseriscono in questa prospettiva, costituendo un momento piacevole di incontro con i cittadini e gli studenti”.
Durante l’aperitivo, reso possibile grazie al supporto di Bisol, che metterà disposizione la pregiata cuvèe Jeio Brut, si potranno visitare le mostre e scoprire oltre 100 opere di René Burri, dedicate all’architettura e ai suoi protagonisti, e 50 scatti inediti in bianco e nero di Ferdinando Scianna, che ha realizzato un reportage in pieno stile street photography sul Ghetto ebraico di Venezia in occasione del cinquecentenario della sua fondazione.
La prenotazione è obbligatoria e si effettua mandando un’email all’indirizzo:info@treoci.org, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Al medievista Romedio Schmitz-Esser il premio “Carl-Erdmann Preis”

4367-5 schmitz-esser MF 48.inddIl medievista Romedio Schmitz-Esser, direttore del Centro Tedesco di Studi Veneziani, è stato premiato dall’associazione tedesca degli storici (VHD) con il prestigioso premio “Carl-Erdmann Preis” per la migliore ricerca universitaria dell’anno 2016. Schmitz-Esser, che ha conseguito la sua tesi di abilitazione presso l’Università di Monaco di Baviera, è stato premiato per il libro “Die Geschichte des Leichnams im Mittelalter” (“La storia della salma nel medioevo”).

Nato nel 1978 ad Amburgo, Romedio Schmitz-Esser ha studiato storia e storia dell’arte ad Innsbruck, laureandosi nel 2002; a partire da quello stesso anno è stato collaboratore dell’Accademia Austriaca delle Scienze (Iscrizioni in Tirolo); nel 2004 è stato borsista all’ÖHI (Istituto Storico Austriaco) di Roma; Nel 2005 ha conseguito il dottorato con uno studio sul tema „Arnold von Brescia im Spiegel von acht Jahrhunderten Rezeption. Ein Beispiel für Europas Umgang mit der mittelalterlichen Geschichte vom Humanismus bis heute“ (Otto secoli di ricezione di Arnaldo da Brescia. Un esempio per la maniera europea di trattare la storia del medioevo dall’umanesimo fino a oggi) presso l’università di Innsbruck (relatore Prof. Riedmann). Tra il 2005 e il 2008 è stato storico per conto della città di Hall in Tirolo; Nel 2006/07 ha avuto una docenza a contratto presso l’università di Innsbruck; a partire dal semestre estivo 2008 è stato assistente al’Historisches Seminar della LMU di Monaco di Baviera (cattedra del Prof. Görich). Tra il 2010 e il 2011 ha usufruito di una borsa di studio della Fritz Thyssen Stiftung per soggiorni di ricerca a Parigi e a Londra. Nel 2011-2012 è stato borsista Feodor-Lynen della Alexander von Humboldt-Stiftung presso la Duke University, NC, USA. Nel 2013 ha ottenuto la venia legendi per storia medioevale e scienze ausiliarie della storia presso la LMU di Monaco, tema della tesi di abilitazione: „Die Geschichte des Leichnams im Mittelalter“ (La storia della salma nel medioevo). Nel marzo del 2014 è stato Short Time Lecturer alla Jinan University di Guangzhou in Cina. Dal settembre 2014 è direttore del Centro Tedesco di Studi Veneziani.

“In Veneto abbiamo anticipato di almeno vent’anni la ‘Buona scuola’ di Renzi.

cimg0041Il Veneto crede da sempre nell’alternanza scuola-lavoro, perché la cultura del lavoro fa parte del nostro Dna ed è il ‘segreto’ del dinamismo delle imprese e dell’economia veneta. Per questo la Regione Veneto continua a investire da almeno vent’anni in percorsi di avvicinamento diretto degli studenti alla realtà del lavoro e alla vita delle aziende ed è stata la prima realtà in Italia a coinvolgere anche i licei”. Ha esordito così l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Elena Donazzan, intervenendo questa mattina al convegno promosso da Regione Veneto e Ufficio scolastico regionale, al liceo Modigliani di Padova, per fare il punto dell’esperienza veneta e delle proposte operative per il nuovo anno scolastico sull’alternanza scuola-lavoro.
La legge 107 del 2015, la cosiddetta ‘Buona scuola’, ha introdotto, infatti, l’obbligo per tutti gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori di svolgere almeno 200 ore di formazione ‘on the job’: un obbligo che riguarda tutti i 116 mila studenti veneti dell’ultimo triennio di scuola superiore.
“La Regione Veneto negli ultimi cinque anni ha investito quasi 8 milioni di fondi Fse – ha ricordato Donazzan, riepilogando i dati dell’Osservatorio regionale per l’alternanza – per dare vita a circa 700 diversi progetti di integrazione tra scuola e lavoro: 260 ore a testa, in orario extrascolastico, divise tra formazione teorica e stage lavorativi, nei quali gli studenti delle classi quarta e quinta hanno potuto sviluppare competenze nuove e trasversali, conoscere e sperimentare i luoghi del lavoro del proprio territorio, addestrarsi alle dinamiche del mercato del lavoro. Sono quasi 30 mila gli studenti coinvolti negli ultimi 5 anni con oltre 150 mila ore di formazione teorico-pratica, grazie al dialogo diretto tra scuole e imprese e alla collaborazione tra docenti e categorie produttive del territorio. Una formula vincente, che ha arricchito i curricula scolastici dei ragazzi, abbassato il tasso di dispersione scolastica (in Veneto è il più basso d’Europa) e dimezzato gli indici di disoccupazione giovanile”.
“A differenza del nuovo obbligo governativo, noi l’alternanza scuola-lavoro l’abbiamo fatta investendo risorse aggiuntive e non sottraendo ore alla formazione teorica, ma puntando a integrare e completare il percorso scolastico, cioè aggiungendo percorsi e laboratori in orario extrascolastico. Perché non ci può esser cultura del lavoro senza un adeguato investimento economico e formativo e senza valorizzare l’apporto riflessivo della formazione teorica”.
“Se invece di centralizzare tutto venisse dato da Roma maggiore spazio di manovra alle Regioni – ha concluso Donazzan – ci sarebbe una gestione più virtuosa delle varie materie e dei vari ambiti, anche nel caso dell’alternanza scuola-lavoro”.

L’Agenda del Consiglio Regionale del Veneto dal 27 al 30 settembre

cimg0017L’Agenda del Consiglio Regionale del Veneto prevede, martedì 27 settembre, la convocazione, alle ore 10.30, della Prima Commissione consiliare; tra gli argomenti all’ordine del giorno l’esame, in sede consultiva, di due pareri alla Giunta regionale, il n. 128 “Programma di Cooperazione Territoriale Europea Interreg Europe 2014/2020. Progetto CHRISTA”, e il n. 132 “Programma di Cooperazione Territoriale Europea Central Europe 2014/2020. Progetto YouInHerit”. All’ordine del giorno, inoltre, l’esame in sede consultiva di due pdl d’iniziativa consiliare, il n. 162 “Modifica di Leggi regionali in materia di serre” e il n. 141 “Modifica e integrazione alla Legge regionale 18 novembre 2005, n. 17 ’Normativa sulla cooperazione nella Regione del Veneto’”. I lavori della Prima Commissione proseguiranno con la presentazione del pdl statale n. 28, d’iniziativa consiliare, “Disciplina dell’esercizio della prostituzione”, e della proposta di deliberazione amministrativa n. 33 “Revoca del consigliere non dimissionario di Veneto Sviluppo S.p.A”. L’ordine del giorno si chiuderà con l’audizione con il “Comitato civico per il NO alla fusione di Caldiero e Belfiore”, di cui al pdl d’iniziativa della Giunta regionale n. 132. Sempre nella giornata di martedì 27 settembre, alle ore 15.00, è convocata la Terza Commissioneconsiliare con, all’ordine del giorno, tre pareri alla Giunta regionale: il pagr n. 129 e il pagr n. 130, relativi alla concessione di contributi per interventi di sviluppo,  innovazione e riqualificazione di strutture ricettive turistiche in aree di montagna, di cui alla L.R. n. 11/2013; il pagr n. 131 “Piano regionale di sviluppo del turismo equestre”, con individuazione di dodici percorsi ed itinerari equestri. L’ordine del giorno della Terza Commissione prevede, inoltre, una serie di rendicontazioni, afferenti Consorzi di Bonifica, in ordine alle relazione sulle attività svolte nell’esercizio 2015, di cui alla L.R. 18.12.1993.

Mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 settembre, alle ore 10.30, è convocato il Consiglio regionale in Seduta ordinaria, per la prosecuzione del dibattito relativo alla riforma della Sanità veneta, in ordine alProgetto di Legge regionale n. 23 e al Progetto di Legge regionale n. 74.
Mercoledì 28 settembre, alle ore 11.00, a Palazzo Ferro Fini, è in programma una videoconferenza dell’Assessore Manuela Lanzarin.
Sempre nella giornata di mercoledì 28 settembre, durante la pausa dei lavori consiliari, è convocata laQuinta Commissione con, all’ordine del giorno, il rilascio di tre pareri alla Giunta regionale: il pagr n. 116 “Disposizioni attuative e relativi criteri per l’accesso al finanziamento regionale ai sensi dell’articolo 5 della Legge regionale 10.08.2012, n. 29 ‘Norme per il sostegno delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati in situazione di difficoltà’. Anno 2016”; il pagr n. 111 “Azienda ULSS n. 9 – Autorizzazione alla cessione di beni immobili in Comune di Carbonara e in Comune di Ponzano Veneto”, di cui all’art. 5 del D.Lgs 229/1999; il pagr n. 134 “Azienda ULSS n. 17- Autorizzazione alla costituzione dell’usufrutto su bene di proprietà aziendale ai sensi della Legge regionale n. 23 dell’08.08.2014”.
Giovedì 29 settembre, alle ore 10.00, presso la Sala dell’Ufficio di Presidenza, è in programma la visita della Presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.

Zanoni (PD): “Dopo due mesi d’attesa, l’audizione di Vernizzi in Commissione annullata all’ultimo momento”

CIMG0025 “Vernizzi non si smentisce mai e il Consiglio regionale continua ad essere preso in giro”. Con queste parole il Vicepresidente della Seconda Commissione Andrea Zanoni (Partito Democratico) commenta la revoca della seduta prevista per il primo pomeriggio di domani. “Si tratta dell’ennesimo dietrofront dell’amministratore delegato di Veneto Strade sull’audizione a Palazzo Ferro Fini, da me richiesta ormai due mesi fa e sottoscritta dai consiglieri Piero Ruzzante e Stefano Fracasso (Partito Democratico), Cristina Guarda (Alessandra Moretti Presidente) e Manuel Brusco (Movimento Cinque Stelle)”.
“Venerdì 23 settembre – spiega Zanoni – è arrivata la convocazione della Commissione Ambiente in cui si annunciava che finalmente avremmo potuto sentire Vernizzi alle ore 14 di martedì 27 settembre. Oggi, invece, nuova comunicazione del Presidente della Commissione Francesco Calzavara che ci avvisa dell’annullamento ‘causa improvviso e inderogabile impegno dell’ingegner Vernizzi’. Non è possibile continuare così. Vernizzi si sottrae da mesi all’audizione in Consiglio regionale, dimostrando di non avere nessun rispetto istituzionale, così come continua a rifiutare la trasparenza sugli atti relativi alla Superstrada Pedemontana Veneta: una questione sulla quale mi sono scontrato più volte, tanto è vero che sono stato l’unico in Italia a rendere pubbliche le due convenzioni economiche della Superstrada, quella del 2009 e l’aggiornamento del 2013, secretate dallo stesso Vernizzi”.
“Considerato lo stato attuale di questa grande opera che rischia di diventare la Salerno-Reggio Calabria del Nord – conclude Zanoni – un comportamento del genere è gravissimo e non può essere più tollerato. Credo sia giunto il momento di sostituire Vernizzi, mettendo fine al commissariamento governativo. Vorrei sapere cosa pensa la maggioranza dell’atteggiamento del numero uno di Veneto Strade e per quanto tempo è disposta ancora ad assecondarlo”.