I DRONI PORTERANNO LE BOLLICINE A PARIGI!

Farra di Soligo, località Collagu
Farra di Soligo, località Collagu

L’OCCHIO DAL CIELO PER LA CANDIDATURA DELLE COLLINE DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE A PATRIMONIO UNESCO
Presentato alla stampa il protocollo d’intesa tra i 28 Comuni sottoscrittori.
Si è tenuta una conferenza stampa nella sede della Regione del Veneto sull’intesa dei ventotto Comuni coinvolti per la candidatura delle Colline del Prosecco Superiore nella Lista del Patrimonio Universale dell’Umanità, riconoscimento assegnato dall’UNESCO. Sono le Terre delle colline di Conegliano e Valdobbiadene.
Si tratta di un laborioso iter burocratico che ha iniziato all’inizio del 2000 che è giunto alle tappe conclusive, come ha spiegato Ottavio Di Bella, responsabile del dossier, in quanto entro il 2018 si dovrebbe concretizzare la prestigiosa assegnazione del Logo Unesco, aggiungendosi ad altri prestigiosissimi luoghi di questa Regione (la prima in Italia per numero di siti Unesco).
“É un riconoscimento solenne alla capacità dell’uomo di saper cogliere l’essenza di un territorio e alla caparbietà di aiutarlo ad esprimere prodotti di straordinaria eccellenza, agendo anche in situazioni estreme, all’apparenza impossibili, pur di liberare le potenzialità nascoste, e quindi inespresse, dei luoghi” – ha introdotto Innocente Nardi, presidente ATS. “É un riconoscimento all’amore quotidiano per una terra e un ambiente unici per storia, tradizione e bellezza. Valori insiti in queste colline ma che l’intuizione ed il lavoro di generazioni di uomini hanno fatto emergere, svelandole”.
cimg0009Le riprese volanti dei droni. Il presidente Zaia ha così commentato: “La candidatura delle colline del Prosecco a ‘Patrimonio dell’Umanità’ è la candidatura di un territorio che racchiude la storia, la cultura e l’identità di un’intera regione. Plasmate nei secoli dalla ‘fatica eroica’ dei viticoltori, le colline dell’Alta Marca sono la culla e il simbolo stesso del lavoro dei veneti. Le immagini che avete visto nel videoclip proiettato, grazie anche alle riprese dei droni, si percepisce tutta la straordinarietà di un paesaggio rurale, scandito da terrazzi, filari, borghi e casolari, che parla dell’intimo legame tra generosità della terra e lavoro sapiente dell’uomo. É proprio per questa unicità – che si eleva a simbolo stesso del rapporto tra uomo e ambiente, tra natura e cultura – che la Regione Veneto ha deciso di candidare le colline del Prosecco a patrimonio dell’umanità, tutelato dall’Unesco. Insieme al Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore Docg, alla Provincia e alla Camera di commercio di Treviso e all’Intesa programmatica tra i 30 comuni dell’Alta Marca, la Regione Veneto ha costruito un percorso che – mi auguro – porti presto all’ambito riconoscimento.”
ang-miatelloLe prossime tappe: saranno i Ministeri per i Beni Culturali e agli Affari Esteri ad ufficializzare all’UNESCO la proposta. A Parigi, sede dell’Organizzazione, la Candidatura delle Terre del Prosecco Superiore sarà sottoposta al vaglio tecnico. É tra l’altro, previsto un sopralluogo di una équipe di esperti che giudicheranno la congruità della richiesta. La conclusione dell’iter, nel migliore dei casi, richiederà almeno tre anni, un tempo indubbiamente notevole ma necessario per giungere alla valutazione richiesta dall’importante provvedimento. Dunque un lavoro certosino che non sarà solo buroctaico, nel senso pieno della parola e tanto ostile ai Veneti, ma “politico-culturale” come ha ripetuto più volte il governatore Zaia, perché sarà “un lavoro di squadra”, tutti per uno uno per tutti, “in quanto non solo i ventotto comuni sono interessati nelle loro terre ma l’intera Regione dovrà sentirsi coinvolta nella partita”. Il Veneto è la Prima Regione d’Italia per produzione di vino: con circa 83.698.000 bottiglie prodotte, di cui Conegliano Valdobiaddene Prosecco Superiore 76.694.000, Superiore di Cartizze 1.366.000, di Rive 1.730.000, anno 2015.
Le belle immagini viste dall’alto. Il rapporto tra uomo e natura viene colto in questo lembo della Marca che è solcato dal Piave. L’uomo ha modellato nei secoli il terreno collinare, trasformando una terra marginale in una miriade di vigneti e tanti borghi rurali, costellato da pievi, castelli e ville rinascimentali, che è diventato icona del paesaggio del Rinascimento, grazie ai grandi maestri della pittura veneta: Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Giorgione e Tiziano, e della letteratura: Bembo, Ruzante, Zanzotto, Comisso, e dell’architettura: il Palladio.
Le caratteristiche naturali dell’ambiente si sono sposate con pratiche agricole che risalgono al tempo degli antichi Romani, affinate poi dall’opera dei monaci benedettini. Grazie ad una imprenditoria diffusa, a base familiare, si è sviluppata una viticoltura sapiente ed ‘eroica’, che ha plasmato ‘rive’ e declivi a terrazzo, ha governato i boschi nelle parti più impervie plasmando una ‘isola paesaggistica’ non toccata dagli assalti dell’urbanizzazione.
Le colline della ‘glera’ del Prosecco raccontano di agricoltura ‘adattiva’ e sostenibile, fedele alle proprie tradizioni, capace addirittura di replicarsi in paesi lontani, ad opera dei tanti emigranti trevigiani che, tra fine Ottocento e i primi del Novecento, abbandonarono le colline del Piave, ‘trapiantando’ in America e in Oceania una pratica agricola e un paesaggio sociale.
“Chiedere la tutela Unesco su questo habitat “ – precisa il governatore Zaia – “significa proteggere un microcosmo sociale che ha saputo rimanere fedele alla propria vocazione di ‘terra eletta del vino’ e creare, nei secoli, un prodotto oggi conosciuto e apprezzato in tutto il mondo”. (A.M.)

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